Entro in
farmacia che sono sfinito, è tutto il giorno che sono fuori casa
e sono ormai
un paio d’ore che ho cominciato a sentire i dolori,
premo la
schiena contro il sedile della macchina ma è solo una breve illusione
piano piano
il dolore monta e arrivo al punto di convincermi che
a tre ore da
casa non ce la farò ad arrivarci quindi tocca decidere,
o il pronto
soccorso dove mi terranno in sala d’attesa per un’ora
o soluzioni
di fortuna e la mia decisione è partita sulla seconda
dunque è per
questo che entro in farmacia.
Ci sono
delle persone davanti a me e faccio la fila
continuano a
far chiacchiere coi commessi,
se non si
sbrigano giuro che le porto fuori a calci in culo
quando tocca
a me tiro fuori la fialetta e la siringa
e chiedo se
qualcuno è capace di fare delle punture
mi guardano
come fossi un marziano in astinenza poi dico
che si
tratta di voltaren per una colica renale, la signora prende la fiala
la guarda e
dice “Venga di là” entro in un ufficio tolgo il cappotto
e mentre lei
prepara gli attrezzi io scopro la parte interessata, forse un po’ troppo poco
tanto che la
signora dice che se mi vergogno la fa da sopra i pantaloni
“Va bene,
scopra il necessario e se ci tiene tanto anche il superfluo”
lei scopre,
massaggia e infilza “Le ho fatto male?” “Macché, è ‘na goduria”
Le punture
di voltaren sono diverse dalle altre perché non finiscono mai
stai lì un
quarto d’ora a culo nudo ad aspettare che tutto il liquido sia entrato
e alla fine
punge anche; la signora toglie l’ago massaggia parecchio
e, chissà perché, mi dà anche una schiaffo nel
sedere.
Mi metto
seduto e la ringrazio, le dico che ci vorranno circa venti minuti
prima che
faccia effetto ma ora posso andare in macchina che sto tranquillo lì.
Lei insiste
perché resti al caldo e comincia col dirmi che anche suo marito
aveva le
coliche renali e lei gli faceva le punture,
ha imparato
da una vecchia infermiera a dare lo schiaffo
perché il
dolore dello schiaffetto non fa sentire quello della puntura
( un bel discorso del cavolo, se gli dai una
coltellata in pieno petto
il dolore della puntura lo sente ancora meno)
“Ci siamo
lasciati e lui mi ha voluto lasciare la farmacia”
e così
comincia il racconto e man mano che andava avanti
mi pareva
sempre più strano che una donna ancora così piacente
fosse stata
lasciata dal marito che non perdeva occasione per trovare altre donne
tanto che
lei alla fine s’è stancata e l’ha costretto al divorzio.
“Pensi che
quella con cui sta adesso è più brutta e più vecchia di me di cinque anni”
suona il
telefono e lei va a rispondere di là
dove c’è il bancone,
io mi alzo e
metto il cappotto, nel frattempo arriva un uomo che era al bancone
e mi chiede
come sto, “Non c’è male, sta passando, ma la signora ne ha di chiacchiera!”
“La signora
ha sfinito il marito che è scappato di casa perché non ne poteva più
le ha
lasciato anche la farmacia e l’appartamento qui sopra,
lui ha
un’altra farmacia su vicino a Bologna e lei è rimasta qui a spaccarci le palle
e non
capisce niente, si figuri che fa ancora la prof di lettere, cosa capirà di
farmacia?!
Il
farmacista sono io, mi paga una miseria e mi tocca pagare anche le caramelle
per la tosse
e se sto
male non posso stare neanche a casa sennò a lei le tocca chiudere la farmacia
e a casa ho
mia moglie che è anche gelosa di questa arpia”
Mi avvio
all’uscita e saluto, ringrazio e faccio anche l’inchino,
“Grazie
signora, senza lei non avrei saputo come fare grazie davvero”
Arrivo alla
porta, apro e mentre esco…
“Si, ma lei
si ricordi che se va in giro con fiala e siringa
bisogna che almeno
si porta dietro anche l’ovatta e il disinfettante, si ricordi”
“Certo
signora, grazie anche del consiglio la prossima volta poterò tutto, chiappe
comprese”.
Scappo in
macchina, metto in moto e fuggo via,
tante volte si
fosse dimenticata di raccontarmi qualcos’altro.
Ma quelli
strani li trovo tutti io?